29/12/08

Week end? You can!

Qualche mese fa raccontavo dei miei week end lavorativi forzati. Di come i miei impegni, il mio tempo libero venissero sistematicamente annullati da presentazioni urgenti, dal cliente in paranoia che il venerdì decide che vuole il lavoro per il lunedì mattina.
Non c'erano storie: se il cliente chiede, il cliente deve essere accontentato. E non importa cosa avessi in programma.
Non importava neanche il denaro: lo si faceva (a detta dei miei capi) per una giusta causa. Non una lira di rimborso.
Non un euro per le giornate extra. Nulla.
Pacche sulle spalle, al massimo.
Dopotutto è il tuo mestiere.

Bene.
Io quel mestiere continuo a farlo. Certo, in modo precario rispetto a prima.
Non ho la sicurezza che ogni volta mi richiamino.
Non ho neanche la sicurezza di prenderli i soldi (perché a conti fatti i pagamenti arrivano anche dopo sei mesi).

BEh, la bella scoperta è che, se ti devono pagare, automaticamente si può fare a meno di lavorare nel week end.
Magicamente il lavoro esce di stallo.
Le decisioni si prendono per tempo, le presentazioni si organizzano e - all'occasione- si spostano.

Automaticamente non serve lavorare nel week end.

Curioso come certe cose migliorino di colpo, no?

18/12/08

Inceppamento.




Quando un poliziotto sbaglia spara.
E poi chiede scusa.

Quando un poliziotto spara, muore qualcuno di rimbalzo.


Quando un poliziotto sbaglia, tu spera di non essere sulla traiettoria dell'errore.

Bang bang!

15/12/08

Io non ho paura.



Leggo un sacco di cose su facebook, o meglio: sul "fenomeno facebook".
Quello che non capisco è il perché di tanta paura.
"Luogo dalla creatività limitata"- "prigionieri a vita di un network"- "uso spersonalizzante della terza persona"- "amici non amici".

Perché preoccuparsi tanto?
Alla fine è un luogo dove si può tranquillamente mentire.

Io, Valentina Maran, dichiaro di amare le quindicenni e posto foto con in braccio una bimba di pochi mesi.
Io mostro con le fattezze da zia.


Facebook è una vetrina dove tutti si stanno mettendo in mostra.
Il problema è che alcuni cominciano a non sentirsi a loro agio...

Cominciate a preoccuparvi tanto solo quando vi sentite nudi?

Io giro nuda. Da un pezzo.

12/12/08

Aveva ragione lei.



Ce la ricorderemo sempre così.

11/12/08

Ce la posso fare.



Datevi un obiettivo. Possibilmente scemo.
Scommettete.
Raccogliete soldi.
Pubblicizzatelo.
E poi usatelo per fare del bene.
L'iniziativa- spassosissima- è del cesvi.
La trovate qui: http://www.cesviamo.org
I fondi servono per aiutare gli altri.

C'è uno che ha scommesso di mangiarsi le formiche (e senza usare il pane!)

Io ci penso. Voi che fate?
Scommettete?

La donna perfetta

"Pulisce casa, non apre bocca se non richiesto, legge ad alta voce il giornale, riconosce il tuo drink e il tuo piatto preferito, ha 20 anni ed è carina. Per Le Trung è la donna ideale. Il giovane nerd giapponese non l'ha tuttavia conosciuta in palestra, in discoteca o in qualche chat. No, Le Trung ha deciso di crearla da sé. Già, perchè Aiko - questo il nome dell'anima gemella - in realtà è un robot-femmina."

Mi viene da dire che se sei da solo non è un caso, pezzo di idiota.

09/12/08

25 dicembre.

Natale è:
Mettere le lucine all'albero canticchiando la musica di Mission Impossible.

Natale è:
Aspettarsi il regalo sbagliato che, puntualmente, arriva.

Natale è:
dimenticarsi quello che hai regalato l'anno scorso.

Natale è:
giuro che le palline belle le compro l'anno prossimo (da 5 anni a questa parte dico così).

Natale è:
l'anno scorso è stato più bello.

Natale è:
Ah, dovevo farti il regalo?

Natale è:
...

04/12/08

Pappa e ciccia.




Sei brutta.
Sei brutta. E grassa.
E’ un dato di fatto.
E la tua amica si siede di fianco a te solo perché le tieni il posto costringendo oltre 10 persone a starsene in piedi per metà viaggio fino a che lei non sale e tu sposti il tuo zaino sformato.

Sei brutta.
C’è poco da dire.

Stai male con quella giacca larga che ti sforma più di quanto non abbia già fatto la natura.

Sei brutta.
Senza spigoli di femminilità.

Soprattutto quando tieni quel broncio da menefreghista, anche quando trascini coi piedi la cartelletta dei disegni.
Sei irrimediabilmente brutta.
Le amiche ti chiamano solo per comodo, perché la mamma non le lascia uscire da sole.
Non ci credi?
Guardale. Ti portano con loro perché non sei un pericolo. Facci caso: spesso quelle carine hanno amiche brutte. Perché sono meno pericolose.
Ti cercano perché non fai male. Perché tanto non ruberai il fidanzato a nessuna. E quando ci sarà da darsi i baci ti lasceranno lì a fare il palo, saltellando da un piede all’altro.
E dicendoti solo “oh, grazie, eh!”
Anzi: magari l‘hai già fatto.

Guardati.
E’ difficile capire se sei femmina o maschio.
Così, a colpo d’occhio ho fatto fatica anch’io.
Ci sono arrivata solo quando mi hai risposto “No, è occupato”. C’hai messo un po’: ho dovuto insistere per farti parlare perché facevi finta di non sentire.
C’ho fatto caso sai alla tua amica carina col cappello bianco alla quale riservi il posto per chilometri di viaggio.
Quella che poi non trova argomenti.
Non ti racconta i segreti.
Non ti saluta neanche quando scende.

Scommetto che lei il ragazzo ce l’ha già.
A te forse toccherà qualche storia poco convinta, giusto per provare cosa vuol dire limonare.

Sei brutta.


Sei brutta. Prendine atto.
Poche chiacchiere.

Sei brutta e le ragazze che non ti invitano alle feste e te ne accorgi solo il giorno dopo, perché tutti discutono di quello tranne te.
Senza parlare dei ragazzi che ti prendono in giro e ti dicono che quando sudi puzzi di grasso maiale.

Sei brutta.
Prendine atto. E decidi che cosa vuoi diventare, perché la vita ti darà poche occasioni. A quelle come te le toglie.

Te lo dico: meglio se non lo tieni il posto alla tua finta amica.
Meglio se cancelli il suo numero e le dici che si deve arrangiare.
Vedrai quanto poco ci metterà a dimenticarsi i tuoi favori.
Neanche se lo immagina tutto il lavoro che fai a dire “è occupato” agli altri per far posto a lei.

Meglio se sostituisci quel broncio con un sorriso.
Meglio se dici “prego, è libero”.
E magari provi a fare quattro chiacchiere con chi ti siede di fianco.

Capito?
E meglio se lavori sul bello dentro.
Sulla parte di pelle che sta dentro, la fodera di pelle delle budella- quella che bisognerebbe rovesciarti come un guanto per vederla.
Sei grossa. Hai abbondante spazio dentro da riempire. Da rivestire.
Fallo.
Altrimenti resterai sempre e solo la ragazza brutta del pullman delle sette che fa Sesto Calende- Varese.
Quella che non faceva sedere nessuno. Neanche me.

03/12/08

Dietro.



Siamo nella repubblica delle banane.

Un posto dove tutto può finire da un momento all’altro.

Un posto dove qualcun altro decide- male- per noi.
Siamo in una dittatura dolce.
Più o meno.
Dove la gente non dice quello che ha detto.

Dove un lavoro un giorno ce l’hai e il giorno dopo no.

Un posto dove la spazzatura scompare dall’oggi al domani.
E nessuno si chiede che fine abbia fatto.
Un posto dove al potere non c’è un parlamento ma un reparto geriatrico con tanto di infermiere sexy.

Siamo in un posto dove la gente non decide.
Dove si conosce poco per cosa si protesta.

Un posto dove il brutto non viene giudicato.
Dove il talento non serve.
Basta alzare la voce

Basta sedersi sul trono da Maria de Filippi.

Siamo la repubblica delle banane, dove se non ti viene un figlio sono affari tuoi.
Quello che potevano fare per aiutarti te l’hanno tolto.

Siamo in un paese dove conta l’opinione di un altro capo di stato.
Tedesco.

Siamo in un paese dove si fa il gesto della mitraglietta, si fa cucù dietro le colonne, dove si minaccia di regolamentare internet.
Come, non si sa.
Forse seguendo il modello cinese.

Magari per essere sicuri che tutti faremo i bravi, il sistema cinese lo seguiranno alla lettera, esecuzioni capitali comprese.

Abituatevi a rispondere OBBEDISCO!
E’ meglio.

Siamo nella repubblica delle banane.
Il problema è che le banane ho la sensazione che ce le stiano infilando dietro.

29/11/08

Anche no, grazie.


Non so se lo sapete, ma in occasione dei mondiali di Ciclismo, alla rotonda di Buguggiate (uno dei tanti minicomuni leghisti del Varesotto) è comparsa un'opera d'arte:
gli esponenti della lega in bicicletta.
La volata tirata da Bossi. Seguono le sagome più o meno riconoscibili di nomi più o meno noti.
Opera decisa dal sindaco e dalla giunta e realizzata da non so chi.

Beh, è di oggi la notizia che alle figure dei leghisti verranno aggiunte le sagome dei personaggi di altre fazioni politiche per dare un senso di "parità".

Io non faccio commenti a sfondo politico. Li faccio a sfondo artistico:
quelle sagome in bicicletta fanno cagare.
Sono un affronto al buon gusto.
E l'idea che si moltiplichino mi fa ribrezzo.

Che qualcuno li fermi.
O li tolga.
C'è qualcuno che capisce qualcosa di arte in quel comune o lasciamo tutto in mano agli imbecilli?
Mio dio...

24/11/08

Studiare

Ti alzi e non hai voglia di andare a scuola.
Interroga in inglese oggi.
Ieri non hai studiato una mazza.
Il tempo era bello. Meglio stare in piazza con gli amici e poi a farsi una birretta con gli altri.

Ti alzi e fai fatica a mettere a fuoco quello che farai domani.

E’ il grande BOH.

Magari prima o poi ci scappa un bello sciopero, o un’assemblea d’istituto straordinaria.

Prepari lo zaino, ci imboschi dentro le sigarette, il telefonino registra già cinque chiamate perse.

Rifinisci la cresta col gel.

Ti sbatti in faccia un paio di Rayban e vai per questa schifosa ennesima settimana.

Entri in classe.
Hai avuto giusto il tempo di ripassare qualcosa in pullman prima di arrivare.

Mi sa che quella di inglese adesso ti chiama.

Scorre il dito sui nomi.
Il tuo è verso il fondo della lista.
Non sai niente.
Ti accorgi che non sai davvero niente.

‘fanculo.

Magari crollasse il soffitto della classe e ci seppellisse tutti sotto.

12/11/08

Va' meglio.

Va meglio di prima.
Perché lui non la minaccia più.Sembra essersi calmato. Lei sembra una persona nuova: casa nuova, mobili nuovi e un taglio completo al passato.

Il bimbo sta benissimo. E’ sereno.
Sabato viene da noi. Ha chiesto espressamente della zia Vale e dello zio Gigi perché la mamma lavora e lui non ha voglia di stare ancora coi nonni.
Si è attaccato molto a suo zio Gigi.
un’amica analista mi ha detto che è un bene: adesso che la figura paterna sta sbiadendo, è fondamentale che il piccolo abbia altre figure di riferimento a cui appellarsi e dalle quali prendere spunto.
Quelli siamo noi.
IO e mio marito: due persone con una relazione a volte complicata. Due individui che si addormentano sul divano dalla stanchezza. Due cretini che litigano su chi doveva finire la nutella.
Uno che non mette mai via le scarpe, l’altra che si scorda sempre di portare giù la spazzatura.
Due persone che non sono mai d’accordo su cosa andare a vedere al cinema e che ogni tanto, in macchina, invece di cantare “se mi lasci non vale”-cantano “Se mi lasci il maiale” solo perché fa ridere.

Due perfetti imbecilli, insomma. Noi, punto di riferimento di Edoardo, quel piccolo cratere di curiosità che sta crescendo.

Devo dire che il solo pensiero mi commuove tantissimo.

10/11/08

Di che morte morire.


I grandi muoiono sempre in modo particolare.
Miriam Makeba è morta dopo essersi esibita sul palco, oggi, per il concerto in favore dei diritti umani.
Il disegnatore di LINUS morì il giorno dell'ultima uscita della sua striscia.
Credo che ciascun artista sogni una morte perfetta in assoluta simbiosi con ciò che è. Con ciò che ama.

Io voglio morire sola.

Non voglio gente attorno.
Probabilmente sarà una morte violenta.
Improvvisa.


Non credo che diventerò anziana.
Ma non penso neanche di andarmene troppo giovane.

Vorrei semplicemente che ci fosse del buono da ricordare.

Mi piacerebbe un funerale allegro. Pieno di musica.
Gente, vino e buona cucina.
Niente fiori. Devolvete tutto in alcolici.
E fate l'amore alla mia salute e in mio ricordo.

Pregate per me perché sono un'anima dannata.

I libri e gli scritti restano al mio amore, con tutto il bagaglio di cose sbagliate che ho fatto.
Appena ho un attimo compilo il mio testamento biologico sul "primoamore".

Strani pensieri stasera.
Mi sa che ho mangiato pesante.

08/11/08

Boh.



Mi domando perché così tanti uomini trovino normale lasciare la porta del bagno aperta.
Sempre.
Qualunque cosa capiti.
Che si sia appena fatto l'amore oppure no.

03/11/08

2009.

Io ho poche ma amate tradizioni.
L'unica alla quale sono piuttosto affezionata è l'agenda.
Da anni mi viene regalata da Raul Montanari la Smemo.
E' una cosa un po' così, cominciata per gioco qualche anno fa.
Di solito mi fa sempre la dedica sul 7 febbraio, il giorno del mio compleanno.
Sempre in rima.

Quest'anno non lo so.
Non che ci sia un motivo particolare.
Certo, il bello della Smemo è il calendario all'inizio, perfetto per contare i giorni del ciclo mestruale.
Non sono l'unica: la Smemo è diventata l'agenda di molte amiche proprio per quello.

Ci puoi contare comodamente i giorni. Un po' di anni fa serviva per verificare che tutto andasse liscio.
Adesso serve a misurare puntualmente quanto mi odi la vita e quanto io sia incapace di riprodurmi.

Quindi per quest'anno non lo so se vorrò la Smemo.
Ho deciso di prendermi una pausa dalla sfiga, dalle date segnate, dalle cose che non sono successe.

Dal 2009 smetto di contare.

E cestino un po' di contatti inutili.

C'è bisogno di fare posto.
Di fare pulizia.

27/10/08

Battere di polpastrelli sui tasti.




Pare che quando uno non riesca a scrivere, l'unico antidoto sia scrivere.
Di una cosa qualunque. O di un tema stupido.
Scrivere. Anche male, anche cose senza senso, ma scrivere.

IO sto scrivendo.
Non un romanzo.
Non so cosa.
Sono pagine. Ci sono appunti, racconti, temi sparsi.
Anche oggi avrei scritto volentieri, ma il bar è chiuso.
Il bar è un ottimo posto dove stare, con dei bei rumori di sottofondo e il rispetto assorto di chi guarda cosa stai facendo. Quando scrivi al bar, la gente ti rispetta. Più che non farlo in biblioteca.
Stai facendo la cosa giusta nel posto sbagliato. E' come fare un ritratto. O scattare una fotografia.
E loro sanno che rischiano di finire nell'obiettivo. Allora si impettiscono e cercano di venire fuori bene.
C'è chi parla piano. Chi ti guarda. Chi si domanda cosa fai. Chi si avvicina e ti da' solo una pacca sulla spalla, per non disturbare.
I gestori del bar annuiscono.
Il cappuccio che prendo per occupare loro mezz'ora buona di tavolino, basta per sopportarmi.

Sono l'attrazione del paese. Il motivo d'orgoglio. Una specie di monumento da fanfara.
Scrivere ti mette nella posizione di essere qualcosa di più.
Sei aspirazionale.

Scrivo.
Scrivo pagine senza senso che forse un giorno ne avranno.
Scrivo.
Scrivo anche di quelli che ho attorno e che si danno da fare per darmi una mano.
E mi accorgo che quando scrivo non ho pietà.
Nè gratitudine.
Scrivere tira fuori ogni parte affilata di te.
Scrivere vuol dire parlare male di tutti. Non lo fai apposta. Ma lo fai.
Perché scrivi cose vere.
E il vero non è mai bello. Nè grato.
Il vero è sporco. E purtroppo è sempre molto, troppo , vicino all'originale.

22/10/08

Il ruolo dei capelli.




Chi me lo spiega il '68?

Dove lo trovo scritto?
Com'era fatto?

Chi c'era?
Che cosa è diventato?

Chi sono i figli e i nipoti?

Chi sono diventati quelli del '68?

Avete ammainato davvero la bandiera?

18/10/08

Un eroe con la polo da terrone.




Ricordo che una delle prime volte che Roberto venne a trovarmi a Milano mi disse "mi metto la polo a righe, quella tipica da terrone che viene al nord!".
Se l'era messa davvero. E io l'avevo subito riconosciuto per strada, andandogli incontro.

Un altro amico ha scritto questo pezzo su Facebook.
Ve lo posto perché mi sembra molto interessante.

Lui è Luigi Weber e ha scritto questo:
"PER ROBERTO SAVIANO"

Ho già scritto altrove, e ripeto qui, e lo farò ancora, che le dichiarazioni rilasciate oggi dal sig. Roberto Maroni, disgraziatamente ministro della Repubblica Italiana, contro Roberto Saviano, sono il più basso, vile, vergognoso, scandaloso gradino dell'ignominia che questo paese da troppo tempo sta vivendo.
In particolare trovo mostruosa l'affermazione, come leggo su Repubblica on line, secondo la quale Maroni non riterrebbe "una buona idea quella di andarsene. Non mi pare ci sia certezza di evitare la vendetta camorristica che non ha confini". Se voi non ci vedete una allusione intimidatoria, io invece ce lo vedo, eccome. Lo Stato che lo dovrebbe difendere, dice a Roberto di non perdere tempo ad espatriare, perché tanto i clan lo possono colpire ovunque...
Maroni parlava a Napoli, davanti agli imprenditori campani, e quello non è un uditorio neutro né neutrale.
Ogni giorno sento notizie da far gelare il sangue. Migliaia di tonnellate di rifiuti che scompaiono da un giorno all'altro, e nessuno che si chiede, a parte se sia vero o meno, dove siano finiti, e se qualcuno ha controllato la loro pericolosità. Mezza Italia è piena di veleni sotto il tappeto e tutti esultano perché per via non ce n'è più. Sento di bambini rom a cui prendere le impronte, sento rivalutare i soldati di Salò che fucilavano la loro stessa gente insieme ai nazisti, sento ogni giorno di operai che muoiono come al fronte, sento giornalisti senza dignità parlare di "salvataggio" per l'operazione criminale e dissennata di Alitalia, sento dipendenti dello stato come me, che lavorano in condizioni spesso disperate, venire ulteriormente vessati, umiliati, derisi, mandati a spasso. Un ministro senza vergogna che ammette di aver fatto l'esame di stato a Reggio Calabria, dove passavano tutti, perché "aveva fretta", e poi come un burattino nelle mani del padrone demolisce la scuola mantenendo l'occhio vacuo.
Scrivere tutto questo su un social network dove la gente fa incontri e scherza non ha alcun senso, ma ci dice qualcosa della nostra miseria: io non ho un altro posto dove scriverlo, e non potevo tacere un'altra volta.

13/10/08

12/10/08

MACcccheschifo!




Ieri sera ho infranto un tabù decennale.
Senza drammi e senza grosse motivazioni mi sono decisa a provare per la prima volta un panino di MC Donald's.

Beh, io che per anni sono campata con orgoglio dicendo "non ne ho mai mangiato uno" ieri sera ho addentato un 280 grammi che vantava carne bovina italiana e formaggio grana nostrano.

Beh, quella di ieri è stata la prima e ultima volta.
Continuo inesorabile nella mia scelta di non arrendermi al junk food.
Io da MC ci mangio solo le patatine e il gelato col caramello.

Stop.

Altre cose che non ho mai provato in vita mia sono :
i nervetti
le lumache
la trippa
la mostarda
il fegato
il cervello
la lingua
il mescal

Un' altra cosa che non avevo mai provato fino a quelche anno fa era la cioccolata calda.
Semplicemente perché in casa mia non si beveva.
E cosa ancora più strana, nonostante io sia un'amante di barrette, spalmabili, etc, la cioccolata calda non riesco a berla neanche ora.

Forza dell'abitudine. E delle buone abitudini.

VAdo a farmi un bicchiere di magnesia.

FRIZZZZZZZTSCHHHHH!

05/10/08

Posso farti una domanda? Ovvero le cose più stupide che mi sono sentita dire dagli uomini a letto.




Le conservo tra i ricordi: alcune sono massime esilaranti, capitate nel momento sbagliato e dette in modo ancor meno sensato. Altre sono domande venute fuori così.
Tutte snocciolate ovviamente tra le lenzuola. O in zone limitrofe.

Me lo succhi?
Ok, il momento poteva anche essere sensato, il fatto che fossimo insieme in un letto pure. Peccato che stavamo provando a fare cose e … avete presente quando il rapporto non decolla? Ecco. Non è decollato. E a quell’esplicita richiesta la risposta è stata “No”. Fine della discussione.

Tu mi fai un po’ paura.
Me lo sono sentita dire una volta finita una giornata travolgente di sesso.
Quando in teoria è il momento della tenerezza prima di rivestirsi. Risultato? Mi sono rivestita. Subito.


C’è una teoria secondo cui la figa sembra un cazzo atrofizzato.Vedi: le grandi labbra sembrano i testicoli. Frase che mi è stata illustrata mentre guardava con attenzione proprio lì nel mio mezzo additando e punzecchiando per farmi capire meglio. Dal canto mio ho motivato il mio disaccordo con i fatti. Senza usare le parole. E neanche le mani.


Ssssst! Ti dispiace non dire niente? Mi piace il silenzio dopo che sono venuto.
Giuro. E a questa direi che non aggiungo altro.


Ti è piaciuto?
E’ un classico. Ed è un classico che lo chieda il solito insicuro al quale puntualmente mentiamo. Anche io quella volta ho risposto “tantissimo”. E quando mi ha riaccompagnata a casa e mi ha chiesto “ci vediamo” la risposta è stata “eh, vediamo”.

Ci posso soffiare dentro?
Io ammiro molto la curiosità, soprattutto se è legata alla scoperta di nuovi piaceri. Ma accidenti, non capisco cosa ci possa essere di interessante nel volermi soffiare proprio lì per scoprire l’effetto zampogna.


Lo so che non ci vediamo da un anno e mezzo, ma forse non c’è stato feeling.
Il feeling che intende lui è il fatto che io continuavo a proporgli di vederci e lui a dirmi che non aveva tempo.
E all’affermazione “vabbè, allora salutiamoci qui”arriva precisa la risposta “ma io ti voglio bene”.
Cosa volesse dire me lo sto ancora domandando.

Sono così belle che pensavo fossero finte.
Un maldestro tentativo di fare un complimento al mio seno mentre ero sdraiata nuda di fianco a lui.

Ah, scusa… ma non prendevi la pillola?
Questa è la peggiore, soprattutto dopo che gli hai detto di portare i preservativi, dopo che li hai portati tu e lui non ha voluto usarli, dopo che gliel’hai ripetuto mille volte di fare attenzione.
Per fortuna la madre degli stupidi è sempre incinta. Io no.

30/09/08

Privacy e privato.




Sono andata in banca a chiedere dei soldi. I miei soldi.
Una parte. Per la precisione un venticinquesimo di quello che ho.
La cosa assurda è che a un certo punto l'omino dietro al banco ti dice:
"A che cosa le servono?"
Con tutto il dovuto rispetto sono cazzi miei.
Sono soldi miei.
Mi appartengono.
C'è una legge sulla privacy.
E ci sono i fatti privati.
Ci voglio imbottire i cuscini perché mi piace dormire sul morbido.
Li voglio sperperare in scarpe.
Voglio distribuirli per strada.
Vado all'ippodromo, chiudo gli occhi e punto tutto su un nome.
Ci faccio quello che mi pare.
SONO MIEI!

"Per legge lo dobbiamo chiedere"

Se ti dico che mi ci pago le cure per l'infertilità ti faccio un po' più pena, stronzo?

29/09/08

Estate 2008.



E' stata una strana estate. Cominciata in ritardo, a settembre.
La prima estate per agriturismi senza paura di ingrassare.
La prima estate in Italia dopo tanti anni.

Ho scoperto che i liguri non sono scortesi come fanno vedere i comici in tv.
Che i borghi piccoli hanno un fascino tutto loro.
Ho scoperto anche qualche paesino secessionista con un re. ma con parecchio buon gusto e storia in più della "Padania".

Ho avuto in cambio un sacco di sorrisi.
Da tutti.

E' stata una bella estate.
La prima senza scottature. E senza code.

E' stata anche l'estate degli inizi: contatti di lavoro, di amicizia.
Ho finalmente visto materializzarsi gente che sentivo solo via mail.
Persone preziose che spero rimangano a lungo nella mia vita.

Ho scoperto un posto dove mi piacerebbe vivere, almeno per un po':
si chiama Cairo Montenotte.

Per ora non vi dico nulla. Vediamo se tutto va come deve andare.
Beh, quel posto per me è un simbolo. O meglio: un modello.
Vorrei che il luogo dove vivo ora fosse pensato così: con quella lungimiranza. Con quell'altruismo.

Se vi capita di passarci, andate a mangiare nel ristorante "I portici".
Lì dispensano pura felicità.

Ora vado a fare la pasta.
E' quasi mezzogiorno.

18/09/08

Come tu mi vuoi.




Ve lo ricordate l’odioso concorso di quale mese fa nato per eleggere la Blogger più sexy?
Quello tanto sventagliato dalla stampa e dalla tv?
Si proponeva con questo spirito :

“L’iniziativa è ironica e da prendere come un gioco. Se una ragazza ha deciso di aprire un blog non è certo per diventare famosa. Se così fosse avrebbe intrapreso altre strade. Lo ha fatto principalmente perchè ha qualcosa da dire e raccontare. Se non si è stufato dopo qualche tempo di scrivere sicuramente significa che ha dei lettori. Quindi a qualcuno piace quello che scrive e quello che pensa. I lettori dei blog sanno già che le blogger sono intelligenti. Adesso facciamoli capire che sanno essere pure autoironiche per partecipare ad un concorso del genere.”

(N.B : giuro che ho fatto copia incolla. Le finezze stilistiche del testo non sono mie!)

Bene: per curiosità sono andata a vedere se la gara di ‘manze on line’ fosse per caso decollata e ATTENZIONE ATTENZIONE, con mia grande gioia posso dire che nessuno si è cagato l’infido concorso. Tanto che il blog non viene aggiornato più o meno dal 15 agosto.

Lo dico con una certa soddisfazione dopo essermi arrabbiata parecchio contro gli idioti che hanno messo in piedi il tutto.

Non è una gran cosa, ma è pur sempre un inizio.
(Ora mi viene un dubbio: è una vittoria vera o erano tutti presi a votare le Veline? Mah!)

16/09/08

Rottamazioni.

Un ragazzo di colore è stato massacrato a sprangate.
Gli autori dell'omicidio hanno detto "sarebbe accaduto anche se fosse stato bianco". Ah, beh, allora!

Una volta i biscotti non si rubavano perché era sbagliato. Adesso i biscotti non si rubano perché altrimenti ti ammazzano.

Non so voi, ma a me i conti non tornano. In nessuna delle due direzioni.

Nei comandamenti, non rubare era prima o dopo non ammazzare?

Vabbè.

Pazienza.
E adesso tutti a lanciare i frigoriferi dai cavalcavia!
Tanto siamo campioni di cazzate.


Ma perché gli imbecilli non si sparano da soli?
Così... giusto per provare cosa si sente...

Sono appena tornata dalle vacanze e già non ci capisco niente.

04/09/08

Vabbè, io vado.

Parto.
Vado un po' in vacanza.
Tanto dovrò lavorare un po' lo stesso anche se sono via.
Voglio dormire molto, leggere e fare attività fisica (chi mi conosce sa cosa intendo).
Ho comprato due completini intimi spettacolari e ho tutto il mio armamentario di pizzi e merletti con me.

Non si fanno prigionieri.

Torno tra una decina di giorni.

Mi raccomando: fate i bravi!
(ah... se poi vi annoiate ho appena pubblicato sul blog di elle un articolo sulle cose orrende che ti può capitare di vedere nella casa di uno che ti sei appena scopato).

Chiamatemi solo se mi dovete dei soldi.

; P

01/09/08

Stucco e pittura.

Ma dove cazzo è finita la spazzatura di Napoli?
Fino a qualche tempo fa pareva che sulla città incombesse la merda.
Ora no. Ora basta.
Pare che Napoli sia pulita.
Dove quando e soprattutto COME è stata portata via non è dato a sapere.
Voi ve lo fate andare bene?
Io no.
Io voglio sapere quando è stata raccolta quella roba, dove è stata smaltita, se sono stati rispettati gli standard di sicurezza.
Se c'è qualche Napoletano lì fuori, per favore, parli.

Qui da noi si dice "stucco e pittura fan bella figura" quando si rattoppa un guaio facendo bella cera, nascondendo quello che c'è sotto.
Peccato che sotto lo stucco e la pittura di Napoli ci sia l'inferno.

26/08/08

Ci sarà figa, a Baghdad?




Oggi mi va di salutare una persona.
Ve lo ricordate, vero? Enzo. Enzo Baldoni.
Era un copywriter.
Mica uno di quelli di adesso, seduti davanti a ebay a dire "facciamo la campagna figa per Cannes".
Era uno che sapeva scrivere. Che faceva la pubblicità come va fatta: scrivendo bene, pensando alla cosa migliore per il prodotto e per il cliente.
Enzo sapeva scrivere.
Scriveva soprattutto di viaggi. Era uno che amava andare a zonzo per conoscere la gente e capire come mai in certi posti ci sono persone disposte a sparare per far valere i propri diritti.

Non era uno di quelli all'avventura. Chi ha bazzicato sui suoi blog nel periodo del G8 lo sa.

Io Enzo ho solo avuto la fortuna di sentirlo una volta per telefono. Per un colloquio che poi non ho fatto perché mi avevano assunta da un'altra parte.

Enzo me lo ricordo bene.

La data del 26 agosto mi si è stampata in mente. Era il 2004. Stavo andando a incidere una musica per Ferrarelle.
Passava un amico a prendermi.
Dal balcone Gigi si è affacciato e mi ha detto solo "L'hanno ucciso". E io sapevo a chi si riferiva.

Tutto quello che c'è stato dopo, soprattutto da parte dei giornali, sono state stupide chiacchiere di chi non sa. Di chi non conosce. E soprattutto di chi non ha mai letto.


Il blog di Enzo, uno dei vari, è ancora attivo: http://bloghdad.splinder.com/

"Ci sarà figa, a Baghdad?" era il titolo di uno dei suoi tanti post.
Scanzonato, divertente, dissacrante, e insieme umano. Troppo umano.



"lunedì, 26 luglio 2004
Ci sarà figa, a Baghdad?
E, a proposito di culo: mi sono comprato un costumino rosso di Ferré (uno che di panzoni se ne intende) che mi sta come un figurino . Seduto a gambe incrociate, sono entrato in uno stato di profonda meditazione e, contemplando il costumino di Ferrè, ho trovato l'obiettivo di questo viaggio: stare venti giorni spaparanzato nella piscina del Palestine. Posto tranquillo, pochi turisti...

Chissà se c'è figa, a Baghdad."



Che io sappia il corpo non è ancora stato ritrovato.

(Accidenti a te, Enzo, e sì che eri grosso!)

22/08/08

Arrendiamoci alla Svizzera!




Sono in visita a un ospedale di Locarno perché mi hanno commissionato un lavoro.
Giovanna, la responsabile che mi accompagna per i reparti, mi mostra il reparto dedicato a quello che da noi viene chiamato “consultorio”.
Danno preservativi gratis, i giovani possono presentarsi per avere informazioni, fanno corsi di educazione sessuale nelle scuole.
E’ anche il reparto dove si fanno le interruzioni di gravidanza.
“Ah” dico io “e voi non l’avete il problema dei medici obiettori di coscienza?”
Mi guarda stranita:
“In che senso?”
“Parlo di quei medici che si rifiutano di fare le interruzioni di gravidanza per motivi di credo religioso. In Italia l’aborto è legale ma spesso non è praticato dai medici. In alcuni ospedali è impossibile abortire. Non ci sono medici disposti a farlo.”
“Io penso che se un medico la pensa così dovrebbe cambiare mestiere.
No, no. Qui da noi non esiste proprio!”

Non le chiedo quante interruzioni di gravidanza hanno ogni anno. Ma immagino che siano poche.


Io voglio passare la frontiera a palmi alzati ed arrendermi alla Svizzera.

19/08/08

Nostro signore dei trapianti.



Pare che in Egitto sia già polemica sulla proposta di non scambiare organi da trapiantare tra musulmani e cristiani.
Il motivo? Pare che sia per sventare il rischio di traffici illeciti.

Prima la chiesa con le sue più che discutibili prese di posizione su ogni argomento di ordine pubblico e non.

Adesso questa.

Mai come ora ho la sensazione che la religione sia fatta apposta per allontanare i popoli anziché avvicinarli.

Siamo sicuri che Dio, nelle sua varie forme e accezioni, sia davvero buono?
Non è che magari sotto sotto è un po' perfido, bruttino... uno che non si fa mai gli affari propri, uno che alla fine ci prende gusto a fare tutti 'sti casini?
Nonostante tutto è il più grande serial killer della storia.

A me Dio e la religione l'avevano sempre raccontata diversamente.

Carità, perdono e comprensione sembrano solo parole di carta sulla carta.

Ma un po' di sano buon senso no?

18/08/08

Succede.


Bisogna fare i conti col dolore.
Chi è abituato a fare sport ad alto livello lo sa.
Soprattutto in vista di gare importanti.
Ci si fa male per cali di concentrazione.
E per paura.
Il tuo corpo lavora al contrario: pensi di essere rilassato, eppure in un angolo della mente qualcosa mina un equilibrio che sembra perfetto.
Il tuo corpo trama contro di te.
Le fibre si sfilacciano.
Quello che era un muscolo diventa una cancrena.
L'acido lattico è un morso.
Semplicemente non vai.
Tutto da azzerare.
Tutto da rifare.

Succede.
Ai migliori e ai peggiori.
Non è il caso di piangere.

Un po' di riposo, massaggi, impacchi freddo e caldo.
Forse infiltrazioni.

E poi di nuovo al via.
Almeno: io dopo 10 anni di atletica, un po' di strappi cicatrizzati male e un'operazione al ginocchio, ho imparato così.

14/08/08

Ma vaffanculo, vah!

Ed eccolo, anche da noi, il concorso per la blogger più sexy.
Per partecipare pare basti avere un blog, specificare il perché si è aperto un blog e magari mandare una foto dove si dimostri di essere figa quanto basta.

Questa è l'ennesima cazzata che mi fa letteralmente imbestialire.

Mi auguro che le altre colleghe e compagne siano abbastanza sveglie da non parteciparvi.

Aspirate ad un calendario sexy? Beh, vi resta sempre il "Grande Fratello", "Lucignolo", fare la gallina urlatrice a "Uomini e donne" o fare una roba così insomma. (egggià, perché il blog bisogna averlo aperto prima della data del concorso, altrimenti non vale).

Ah, di talento per la scrittura ovviamente non si parla.
Del resto si sa: i blog delle donne vengono letti solo se c'è un capezzolo in bella mostra.
Vorrete mica farmi credere che cliccate qui perché vi piace quel che dico, vero?!

Io il mio culo e le mie tette le metto in mostra solo a chi se le merita.
Che la blogsfera continui a immaginarmi come vuole.

Chissenefrega.

08/08/08

Giornate come questa.



Poi il pensiero di te mi mette stesa.
Davanti alla tua finestra. E mi spoglia.
Lo so come funziona: che cominci a disegnare con la saliva tutto quello che pensi di me.
Partendo da dietro.

Il ricordo più nitido che ho non sono i tuoi occhi, o la tua faccia. O quello che dici.
Il ricordo più nitido è dettato dal tuo corpo. Da quello che mi hai fatto sentire.

Per essere precisa nella memoria, per non tradire i tuoi dettagli, ogni giorno mi masturbo con una certa dovizia di particolari.
Nessuno ti ricorda bene come me.
Neanche le preghiere potrebbero tanto.

Ti tengo meglio che su un altare.
Ci pensi, a quanto di te hai lasciato qui dentro senza figliare?

Sono la tomba perfetta dell'amore.

05/08/08

Finché morte non vi separi.



Ieri in piena notte ha acceso la luce e ha cominciato ad insultarla.
Lei adesso dorme nella camera coniugale col bambino che ha sei anni e capisce tutto. Pure gli improperi.
Lei lascia correre.
Tanto la casa verrà pronta tra 15 giorni.
I più lunghi della sua vita.
L’ha accontentato fino all’ultimo, anche su quella cosa del consultorio.
Ha preso appuntamento lui e non si ricordava neanche con chi.
Il prete che li ha accolti dopo una breve discussione ha dato ragione a lei su tutto: sul fatto che si sia sentita dare della “solita minestra riscaldata” anche quando si faceva trovare splendidamente in ghingheri solo per lui. Le ha dato ragione per gli anni passati a tirare quel cordone ombelicale di lui che non si staccava dalle scale del piano di sopra.
Ragione del secondo figlio non voluto sempre da lui.
Delle vacanze da sola col bambino perché lui non ha voglia di venire.
Ragione di tutto dopo che se n’era già andata una volta e poi tornata.
E lui, l’unica cosa che ha da dire è che non ha colpe. Che il torto è di lei. Che è tornata dalle vacanze cambiata.

Lui lavora. Lui porta a casa i soldi. Lui non ha fatto niente di sbagliato. Lui.
Undici anni così. Con uno che non parla. E se lo fa non dice niente di carino.
Undici anni a mentire e a fare promesse mai mantenute. La prima di tutte: portarla via da lì, da quella casa di altra gente che sopporta a malapena che tu faccia entrare le amiche dalla porta.
Mancano 15 giorni e il posto nuovo è pronto.
Anche il piccolo è contento d’andarci.

Siamo pronti anche noi a portarle i materassi, le sedie, la tv. Qualunque cosa occorra.
15 giorni.
E lui la insulta da mattina a sera, ora.
L’assilla di telefonate non appena mette il piede fuori casa per sapere dov’è e con chi.
La minaccia. Di guardarsi le spalle. Di stare attenta quando dorme.
Quando era via sola non le ha neanche fatto una telefonata per sapere come stava il piccolo.
Adesso che lei ha deciso, non la lascia stare un attimo.

15 giorni.
Eppure ho il terrore che quell’uomo ombra, quell’ameba che negli anni nulla ha fatto per renderla felice, ora possa farle del male.

15 giorni.
Ieri sera le ho mandato un messaggio e non mi ha risposto.
Scherzando ho detto “stai a vedere che sta facendo a pezzi mia sorella e la sta mettendo in una valigia!”
Ci siamo guardati. E ci siamo fatti seri.
E’ così labile il confine tra ridicolo e tragico.

Allora l’ho chiamata e per fortuna ha risposto.

Lo so. Probabilmente sono stupida e mi sto preoccupando troppo.
Ma alla fine undici anni fa in chiesa hanno promesso “finché morte non ci separi”.
E non è specificato di che morte si tratti.

04/08/08

C'è poco da ridere.



Io adoro i cattivi.
Faccio sempre il tifo per i cattivi.
I cattivi sono il motore delle trame.

In questo periodo due sono i cattivi più cattivi del cinema che vi invito a vedere:
Il pazzo assassino con un taglio di capelli improponibile di "Non è un paese per vecchi",
e Joker de "il cavaliere oscuro".

Interpretazione straordinaria.
Il film ha un buon ritmo.
Molti picchi di tensione.
Batman- il protagonista- è noioso come la morte.
Doppiato male. Personaggio di poco spessore. Il solito stronzo che ha paura di sparare, mentre Joker con fare scanzonato fa saltare in aria un intero Ospedale.
E' quella la scena più bella: guardate come cammina con quel detonatore in mano e vestito da infermierina.
Uno spasso.
Il film è lui. Sarebbe bastato.
Due ore abbondanti di un pazzo scatenato che fa al mondo ciò che vuole. E nessuno di fatto riesce a fermarlo.
Perché è così. Al di sopra di ogni logica.
Di Batman non ce ne facciamo nulla: miliardario che sperpera denaro per fare del bene e per costruirsi una mega armatura che lo difende da tutto tranne che dai morsi dei cani (!!!)
Morgan Freeman fa il solito buono tutto fare un po' dio, un po'capo del mondo.
I mafiosi hanno la solita faccia e i soliti modi.
La bella di turno non è poi tanto bella, una volta tanto.

Eppure ne vale la pena.
Solo per Joker.
Un monolite in mezzo a una sceneggiatura che altrimenti farebbe acqua (alla fine ci si perde il filo della questione mafia, non si capisce più lui i soldi perché li ha recuperati, perché quel cinesino maledetto è ancora vivo, perché non fa saltare i ponti come ha detto etc, etc, etc). Ma chi se ne importa.
Il bello è vedere cos'altro si è inventato.
E' la pura follia compiaciuta. E andresti avanti ore a vederlo.

Lo ammetto: ho sbuffato anch'io quando nessuno dei due traghetti è saltato in aria.

Dai, a carnevale, tutti truccati come lui, in giro armai a dire "Perché sorridi così poco?"

Ah, dimenticavo: lui alla fine non muore.
Meno male!

01/08/08

Evviva!

Evviva perché oggi finisco un lavoro e poi comincio ufficialmente un lungo periodo di riposo.
Evviva perché quel periodo di riposo diventerà la mia nuova vita.
Evviva perché il mio amico Guido lascia l'agenzia e va a lavorare in un posto migliore.
Evviva perché in famiglia non sono l'unica che ha deciso di cambiare, e mi sa che passerò l'estate a fare un trasloco non mio, ma sono molto felice per questo.
Evviva perché è come l'ultimo giorno di scuola.
(e intanto c'è Ambrosini che si mette il deodorante qui in ufficio!)

Ci si sente con calma nei prossimi giorni, neh?
: )

24/07/08

E allora dillo.

Ieri sera Valeria, una concorrente di "Veline":
- Lei che cosa sogna di fare?
- Il ministro delle pari opportunità!
- Ah, si!E ci dica: quale emendamento le piacerebbe proporre?
- Mh... Che agli uomini sia dato il diritto di fare i mestieri in casa come alle donne.

Poi si è sentito un tonfo.
Ero io.
Sono caduta dalla sedia.


Valeria, MA TE LO MERITI DI FARE LA VELINA!

(e a quelli che staranno per dirlo, sì, io adoro guardare "Veline": mi aiuta a farmi un'idea di dove stiamo andando, di cosa stiamo facendo e soprattutto di quanto sia ancora lontana la meta. Dio che fatica!)

E adesso Stacchetto!

14/07/08

E se ha preso il Viagra?

Sul blog di Elle ho postato un pezzo per scoprire se il vostro lui ha preso il Viagra.
Domani riprendo un lavoretto. Poca roba. Ma se non mi sentite troppo spesso sarà per quello.

Ho fatto anche un po' di colloqui.
Che al momento si sono risolti con un nulla di fatto.
Insomma: luglio è un mese di merda per cercare lavoro.

Mah!

Potrei sempre prostituirmi in rete.
Alla fine il mio mac ha la webcam incorporata...

08/07/08

La prima notte. E la prima volta.



Quella de "La prima notte" era la prima presentazione che facevo.
La prima volta in cui ho dovuto introdurre un autore.
Raul ormai è un veterano.
Io sono alle prime armi.
Giuro che mi ero preparata un discorsetto.
Ma con il dio della letteratura di fianco, c'è poco da star lì a far commenti.

Lui è stato straordinario come sempre, nonostante l'iniziale mancanza di microfono e la gara della bocciofila lì di fianco.
Il pubblico era attento e abbondante.

Abbiamo anche letto un brano insieme.
Giuro che mi sono commossa.

C'erano anche Dani col suo pancione di nove mesi, la Silvietta, Gigi, Germano.
C'erano Claudio, l'assessora e tutta la ciurma del locale che ha reso possibile tutto.
Sembra una cosa da poco una presentazione, ma in raltà ci sono mille dettagli da curare.
Da far quadrare.

E sono stati tutti bravissimi.

Grazie ragazzi (e ancora, da qui, grazie Claudio!)

Beh, speriamo di farne ancora!

06/07/08

Sì, viaggiare!



Se state pensando alle vacanze, date un'occhiata qui:
www.bidandgo.com

E' un sito di aste al ribasso per le vacanze.
Una specie di E-bay, solo che invece di comprarvi del ciarpame, vi comprate dei pacchetti viaggio.
Il sistema è davvero semplicissimo (perché se l'ho capito io, lo può capire davvero chiunque!).

Lo so, sembra incredibile che della gente sia disposta a farvi partire per pochi centesimi.
Eppure è così.
E se vi chiedete dove sia l'inganno... beh, non c'è.

E' semplicemente un sistema che fa risparmiare soldi ai clienti, fa pubblicità ai tour operator e fa guadagnare onestamete chi l'ha pensato.

Non so voi, ma io ADORO le idee geniali!

02/07/08

Quasi tutte le strade portano a Mornago.


Non faccio in tempo ad arrivare alla transenna che uno dei due operai scuote la testa e fa di no col dito:
"Non può! Deve fare il giro!"
"Per andare in paese?!"
"Sì"
"Ma scusi 'il giro' vuol dire farmi tutte le tre strade e tutta la provinciale! Sono 5 chilometri! Possibile che non ci sia un passaggio pedonale! "
"Dal comune hanno detto di chiudere tutto perché abbiamo gli scavi aperti"
" E io i mezzi come li prendo?"
"Eh, provi a chiedere a quelli delle case vicino se le fanno attraversare il prato!"
" Ma le sembra una risposta?!"
"Eh, non è colpa mia!"
Si allontana, intanto l'altro mi fissa e mi dice:
"Beh, però c'hai un bel fisico!"
"Si, ma cambia poco: 5 chilometri sono 5 chilometri sotto il sole."
Poi mi esce il sottotiolo "stronzo!" a caratteri cubitali proprio in fronte.

Si zittisce. Ha capito che ha sbagliato bersaglio.

Ecco dove abito io. MORNAGO. Un posto dimenticato da Dio.
E dall'amministrazione.
Un luogo dove non pensano che ci sono persone che vanno a piedi, che preferiscono usare i mezzi pubblici.
Persone per le quali è normale camminare.
Non pensano che chiudendo una strada mi tolgono anche le possibilità più elementari:
andare a prendere il pane, andare dal medico, in posta, andare a bere il caffè in piazza.

Chiudono 50 metri di strada e mi impediscono di avere una vita normale, e non si sa per quanto, visto che sui cartelli del cantiere non c'è neanche scritto quando i lavori finiranno.

Io vorrei tanto andare in Comune a dirgliene quattro, ma non mi fanno passare.
Cinque chilometri a piedi.

Oggi ci sono quasi trenta gradi.
Lo so che potrei prendere la macchina, la bicicletta... ma a me piace andare a piedi.
Odio essere privata di un diritto così elementare.

E vale anche per le persone anziane che adesso devono elemosinare passaggi in auto o favori dai vicini.

Basterebbe così poco: un metro di area transennata e tutto sarebbe risolto.

Già.
Evviva i piccoli paesi di provincia dove la vita è a misura d'uomo (però a patto che sia automunito).

Ma qui vige l'amministrazione leghista.
Eccola qui l'intelligenza padana: manco un passaggio a piedi per andare in paese.
E bravi!

Un bell'applauso alle menti geniali che hanno ordito tutto questo
CLAP CLAP CLAP!

27/06/08

Grazie. A tutti.

Grazie a tutti!
Anche per i commenti negativi: per carità è giusto che tutti abbiano le loro opinioni.

L'unica cosa che ci tengo a sottolineare è che io continuo a farmi domande su quello che faccio.
La pubblicità è un lavoro al limite.
Può essere bellissimo e divertente, ma può anche essere un lavoro dove ti sfruttano fino all'osso.
Può essere un modo per dar sfogo a quello che sai fare, alle tue manie d'artista, oppure può essere un mestiere dove ti imponi di fare esclusivamente ciò che vuole il cliente.

Non è un lavoro limpido. Forse non lo è nessuno.
Io mi faccio delle domande quando insceno la solita famiglia felice o quando metto la gnocca che saltella dal bagno al bidet, perché mi domando che influenza può avere su una ragazzina vedere quegli stereotipi.
Mi domando quanto sia giusto omettere i dettagli e fare lo slalom tra le parole quando parli di un prodotto.

Omettere dettagli è come dire la verità?

Ho venduto automobili senza saper guidare.
Al pubblico fa differenza?

Ho saputo che alcuni clienti delle agenzie in cui ho lavorato avevano forti contatti con la camorra e col riciclaggio di denaro sporco.
E io ero lì a far guadagnare loro fette di mercato.
Stavo facendo la cosa giusta? Il professionista è professionista prima di tutto quando fa il suo lavoro? O è giusto che abbia dei dubbi?

Che valore stanno dando al mio lavoro se non mi pagano un solo centesimo di straordinari, se è ovvio pretendere (e neanche chiedere) che una persona dedichi il week end a un progetto?

Mi faccio continuamente domande su quello che ho fatto. E che forse continuerò a fare.

Perché è bello. E' un mestiere che mi piace. E perché è difficile.
Perché ci sono troppe cose che non vanno bene, che non mi piacciono, e che onestamente non mi va più di assecondare.
A costo di non lavorare più in quel mondo.

Mi sto facendo vedere in giro, sto facendo colloqui, sto prendendo le misure al futuro.
Io ci provo a fare qualcosa per cambiare quello che non trovo giusto.

Il licenziamento è solo la punta dell'iceberg di un sistema malato da tempo.

Magari non servirà a nulla.
Non lo so.

Ma è sempre meglio che stare zitti.

Non me l'aspettavo.

Pare che stia creando più rumore del previsto.
L'articolo di oggi sul blog di Flavia Amabile per La Stampa, intendo.

Ci tenevo a far sapere che non mi piace come sono andate le cose.
Essere buttati fuori è una cosa che può succedere.
A chiunque.
Qualunque attività può trovarsi in difficoltà. Questo non lo contesto.

E' il modo che è stato assurdo.
Soprattutto visto il rapporto che c'era tra noi.

Quindi sono arrabbiata.

Credo che sia lecito.

Per il resto trovo che la mia professionalità non sia in discussione.

So fare il mio lavoro.

Se poi il mondo della pubblicità si spaventa ad avere a che fare con una come me, pazienza.

Mi restano sempre i libri!

(e comunque mi sto muovendo, tranquilli).

25/06/08

Groupie ci sarai tu!




Puntuali insieme alle zanzare, arrivano i concerti all’aperto.
Sagre di paese o megaeventi internazionali, la penisola si trasforma in palcoscenico e i live estivi animano le serate.

E di fianco a loro, grandi e piccoli divi dei generi musicali più disparati, ci sono loro: le groupie.
Frank Zappa era solito dire che se non avevi delle groupie non stavi facendo sul serio.
Ci era abituato lui, a queste pazze scatenate pronte a tutto pur di immolarsi per la causa.
Se non ricordo male, Hendrix dedicò loro la copertina di Electric Ladyland, chiedendo loro di posare a seno nudo.
Fatto sta che son finiti i bei tempi.
Quelle che una volta erano fans, amiche intime, confidenti e concubine, oggi sono solo femmine starnazzanti sotto il palco pronte a dare il corpo per… per cosa?
Me lo sono domandata spesso.
Posso capire il fascino, il magnetismo dei grandi musicisti di una volta.
Posso capire i figli dei fiori e la liberazione sessuale.
Posso capire una tra le più famose: Pamela des Barres, oggi signora attempata che vive di ricordi e che può dire “io c’ero”.
O quel genio assoluto di Cynthia Plaster Caster che ebbe l’idea di fare calchi in gesso dei genitali dei suoi paladini, traendone fama e successo.

Ma è tutto qui?
Vivere all’ombra di qualcun altro?
Per avere cosa? Luce riflessa?
Che senso hanno le groupie? Sono donne senza personalità che hanno bisogno di altro per spiegare la propria esistenza?

Per carità: a pogare sotto il palco dei Subsonica c’ero anch’io. Ma se dovessi incontrare Samuel o Boosta o uno degli altri ragazzi avrei ben più da dire che “hey, ti va di scopare?”.

Ci sono ancora le groupie? Ha senso esserlo?
Stai a vedere che adesso scopro che Gigi d’Alessio ne è pieno e neanche me lo immaginavo…
E se proprio dovessi concedermi a qualcuno... beh, è lui che dovrebbe sapere con chi ha la fortuna di andare a letto.

Quella che firma autografi sono io.
Eccheccazzo!

23/06/08

Uèèèèèè!



Dite ciao al mio nuovo MAC!
Questa è la prima foto che faccio con lui.
Quello dietro è il mio sole. E i muri sono casa mia.

Che dire? Nulla.
Sto sbollendo l'incazzatura per le ultime vicissitudini.
Sto riordinando idee e portfolio e intanto rilascio interviste per il mercato messicano in un improbabile inglese!


Devo ripassare per la presentazione di venerdì.
Uè, vi aspetto, neh?

Non lasciatemi lì da sola!

(a proposito. come mi trovate? Meglio della scorsa settimana, vero?)

Vi amo tutti lì fuori!

11/06/08

RRRRRRRRRRRRRaul.


Io e questo bell'uomo il 27 giugno presentiamo il suo nuovo romanzo: "La prima notte" edito da Baldini e Castoldi.
Ore 20,30 a Carnago (Varese) al circolo Arte e Cucina, via Vittorio Veneto 9.

Una promessa per le fans: se mi dite che ci tenete, e che l'idea vi attizza, io provo a convincerlo a togliersi la maglietta alla fine della presentazione.

Messaggio in bottiglia numero 2:
Armanda, ci vieni?
Mh?
Frrrrr! (queste sono fusa, e tu sai cosa vuol dire!)

07/06/08

...

Tre puntini di sospensione.
Già.
Sono in pausa per un po'.
Giusto il tempo di ricomprarmi un MAC (questo lo devo ridare), sistemare la connessione e ripartire.
Sarò un po' a Varese e un po' a Milano.
Un po' in giro, insomma.

Sapete una cosa? Sono qui che sto tentando di trovare una parola... una per descrivere lo stato d'animo in cui ero stamattina.
Perché stavo davvero di merda.
E fino a stamattina quella parola mi affiorava sulle labbra con facilità.
Mi veniva.

Non era imbarazzo... no. Non era rabbia... neanche prostrazione. Oddio. Avete presente quando vi spremete le meningi ma proprio non vi viene?
Ecco. Non mi viene.
Quella parola non mi viene.
Non me la ricordo più.

Perché è passata.

E probabilmente non era quella giusta.

Probabilmente perché da qui si riparte un'altra volta.



Ci si sente presto da qui, quindi.

Vi saprò dire come va. E cosa succede.

Stay tuned! (si scrive così? Minchia, meglio se mi rimetto a studiare l'inglese!)

Un abbraccio temporaneo dalla vostra fedelissima e adorata.

Ci si sente presto.

La Vale

05/06/08

L'ultimo bicchiere.



Porca vacca, quando lo vedo non riesco a non pensare al fatto che una volta aveva i capelli lunghi fino al culo e cantava "l'ultimo bicchiere e me ne andròooooo...".
L'ho visto suonare sabato scorso, al festival Rock di Travedona, insieme ai Moka.

E visto sul palco, di fianco a Chris, il cantante dei Moka, pensi "era diverso coi capelli lunghi. E' più carino adesso".
Poi quando Chris dice "Questo è Nikki, ossia Fabrizio Lavoro, mio fratello" pensi
"pazzesco che Chris abbia una testa di capelli ricci così, e invece lui sia calvo".

E mentre questo pensiero ridicolo mi macinava in testa, lo spettacolo continuava e io mi sono divertita un sacco.
I ragazzi sono bravi. Spaccano. E fanno ridere.

(però accidenti che impressione che mi fa ricordarmi che aveva i capelli lunghi fino al culo... Oh, e pensare che a me, più sono calvi, più mi piacciono!)

L'ultimo bicchiere e me ne andròooooo...


Oh, yeah, salamella!

30/05/08

Bidè bidè 2.



Stiamo finalmente girando lo spot del detergente intimo su cui sto soffrendo da un anno.
Alleluja.
E Anduja (visto che il merito va anche a Sabrina, la nostra account calabrese).

26/05/08

Sempre e solo batteristi.


Il sottotitolo della foto è
"strane cose accadono dall'altra parte".

Questo è uno dei migliori art che ti possano capitare nella vita. E a me è capitato.
Chissà che non ricapiti.
A me piacerebbe.
E' l'ennesimo batterista (nel senso che nella vita di art batteristi ne ho conosciuti parecchi. E di batteristi e basta pure. Saxofonisti mai. Boh. )

E' bravissimo anche a dare i titoli alle sue foto.
Lo trovate qui: http://www.flickr.com/photos/stordito

(detto tra noi... tesorino, sto ascoltando Ben Harper, ho il moccio al naso, piango, e mi lamento dell'esistenza. Che dici: è grave?)

Un "ti voglio bene" in mondovisione da qui, senza motivo, vah!

Non lo so perché, ma oggi è così.

Sniff sniff.

23/05/08

La mancanza.



Mi mancano le pareti colorate di casa tua. Mi mancano le lenzuola morbide del letto. L’odore di pulito.
Mi manca il tuo casino ammucchiato nell’angolo sinistro della camera. Mi manca la mascherina appesa alla maniglia della porta.
Mi mancano le finestre senza tende, la luce dalle tapparelle.
Mi manca quel quadro che ti ha dato tua nonna. Mi manca il bagno con tutti i campioncini dell’erbolario.
Mi manca la poltrona sacco che hai in sala. I tuoi DVD che mi fanno schifo.
Mi manca la tua cucina senza pensili con gli asciugapiatti dappertutto per non far sporcare nulla.
Mi manchi tu ai fornelli mentre cucini e ogni tanto ti giri a guardarmi.
E sorridi.
E intanto sul gas crepitano i tortellini di Giovanni Rana. Quelli alle erbe.
Mi manca la pasta mangiata bevendo il Beltè. E se ci pensi l’accoppiata è proprio pessima.
Mi mancano i poster sulla porta, le tue foto dove abbracci persone e dove io non ci sono.
E dove non ci sarò mai.
Mi manca quell’arredamento messo insieme da altre case, dai posti che ti hanno avuto prima che tu fossi qui.
Mi manchi tu, che fai capolino dalla porta della camera, nudo.
E col dito fai quel gesto per dirmi: “vieni qui, che adesso ricominciamo a fare l’amore”.

21/05/08

Abitare.



Da un articolo di Repubblica di oggi:
"NAPOLI - Niente casa per Roberto Saviano a Napoli. Lo scrittore, autore di Gomorra, voleva prendere in affitto un appartamento nel quartiere Vomero, ma un gruppo di proprietari si è opposto. Secondo quanto riferisce il quotidiano Il Mattino, le trattative sono andate avanti per un mese, poi Saviano, finito nel mirino dei Casalesi, è stato definito non gradito.

Lo scrittore, che si era rivolto ad un'agenzia immobiliare, aveva visionato sei appartamenti. Alla fine non se ne è fatto niente, sia perché l'abitazione non era stata ritenuta soddisfacente ma soprattutto per il rifiuto che sarebbe stato opposto dai proprietari quando hanno saputo il nome di chi voleva affittare l'abitazione. "


Hanno scoperto l'acqua calda.
L'hanno cacciato anche varie volte da Roma.
Ovunque vada, se non sono i padroni di casa, sono gli inquilini che si lamentano, e raccolgono firme pur di cacciarlo.
Hanno paura di avere un uomo sotto scorta alla porta accanto.

Robbè, non farti problemi: la mia porta è sempre aperta.
Certo, per ora ti devi accontentare del divano.

Però sto progettando una casa nuova che prevede tre camere al piano di sopra.
Ci sarà spazio in abbondanza.
Apposta per gli amici.
Apposta per chi ha bisogno di un rifugio. Di quattro chiacchiere. O di un posto tranquillo dove stare.


Il posto per te.


Quando mi dici che vieni apparecchio. Ti faccio trovare tutto pronto.
Per te e per i ragazzi della scorta.

19/05/08

Umano, troppo umano.




Scampia fa paura. Le vele. I caseggiati sotto controllo come fortezze.
Fanno paura i morti ammazzati come se niente fosse.
Fa paura vederlo.
E sapere che è tutto vero.
Che è così.
Mi sembra ieri quando Roberto mi raccontava dei ragazzini mandati in giro a trafficare, coi giubbotti antiproiettili.
Quando mi diceva “la cosa più impressionante dei morti sono le mani: ce le hanno sempre bucate, perché il loro primo istinto quando vedono la pistola è quello di proteggersi”.

Mi ricordo quando si scherzava e mi diceva “ti porto a fare il Camorra tour, a vedere le ville sequestrate dei boss”
E c’è nel film la villa di Sandokan, quella che mi ha descritto un sacco di volte.
Quella uguale al film di Scarface.


In questo film c’è Napoli, e l’Italia che da questo spiraglio di settentrione non si vede.
E non si immagina.

Andate a vedere Gomorra.

C’è un’Italia che non sappiamo.

16/05/08

Pari opportunità di dire cazzate.



Questa sarebbe la nostra ministra per le pari opportunità.

E' il tipo di donna della quale non ho stima.

Se questa qui si permette di toccare la 194 io non scendo in piazza.

Vado direttamente a prenderla a casa.

15/05/08

14 anni e non sentirli.




Io non lo so com’è avere quattordici anni adesso.
Non so che effetto faccia davvero avere il cellulare a quell’età.
Internet.
Il porno a tutte le ore.
Non so che effetto faccia avere “Amici” al pomeriggio. Ai miei tempi c’era “Non è la Rai”.
Io leggevo già Ammaniti. Non Moccia.
So solo che si rimaneva incinta.
Che qualcuna aveva aborti spontanei. Che i ritardi erano una paranoia anche se ti eri solo toccato sopra le mutande.
Non lo so com’è avere quattordici anni adesso. Ma mi piacerebbe che qualcuna me lo raccontasse.

Oggi, su “city” il giornale free press che distribuiscono in metropolitana, c’è un articolo sulla ragazzina uccisa a Niscemi. A un certo punto si legge “Lei era sì fidanzata con il più grande di loro, ma nel casolare della stradella di Vallo Giummarra, in cui è stato trovato il corpo, Lorena si concedeva a tutti e tre senza troppo problemi.”

Eh, già.
Se te la vai a cercare sono un po’ cazzi tuoi.
Perché se sei curiosa verso il sesso sei zoccola. Se non ti preoccupi tu dei contraccettivi sei zoccola. Se ti metti la minigonna sei zoccola.

Invece il tuo fidanzato che ti “cede” per fare sesso con altri due è normale.
Certo.
Del resto si sa, una donna non può mica andare in giro a fare quello che vuole.

Vero?

12/05/08

Abbonarsi.

“Risponde l’operatore 53”
“Si, buongiorno, volevo un’informazione”
“Mi dica”
“E’ per l’abbonamento regionale… aspetti che le dico il nome giusto… ecco! La tessera regionale a tariffa intera!”
“Si”
“E’ scaduta e non mi hanno ancora mandato quella nuova”
“Ma lei ha compilato il modulo?”
“Certo! L’ho rispedito più di un mese fa!”
“Ha letto bene la lettera?”
“Certo!”
“Ma ha spedito anche il cedolino del versamento postale?”
“No, perché io lo ricarico all’ATM POINT e sulla lettera c’era scritto che si poteva fare così senza rispedirlo. Che servivano solo i dati.”
“Eh, allora lei non ha letto bene la lettera.”
“Perché?”
“Perché non le devono rispedire nulla. L’importante è che lei viaggi sempre con la ricevuta del pagamento.”
“Ho capito. Che è esattamente quello che faccio da più di un anno a questa parte.
Ma sulla lettera c’era scritto che la tessera è scaduta!”
“No, vede che non ha letto bene la lettera? Nella lettera c’era scritto che il documento di viaggio è scaduto. Quindi va rifatto.”
“Ma allora mi faccia capire: sulla tessera magnetica c’è scritto che è scaduta e invece io vado avanti a caricare tutto su quella?”
“Esatto. Non ha letto bene la lettera: c’era scritto che il documento di viaggio scadeva. Lei deve mostrare il cedolino di pagamento.”
“E scusi, cosa c’è di diverso da quello che facevo fino ad oggi? Perché mi hanno mandato la lettera di rinnovo?”
“Eh, perché sulla lettera c’era scritto: è scaduto il titolo di viaggio.
Non ha letto bene la lettera.”
“Quindi vado avanti così?”
“Si, esatto.”
“Ok. Grazie e buongiorno.”
“Buongiorno.”


Una cosa che non sopporto è essere trattata da stronza da uno che dovrebbe darmi delle informazioni.
Operatore 53, leggitela bene questa missiva: MA VAFFANCULO VAH!

07/05/08

Come siamo messe? Male, grazie.



Ed eccolo qui, il resoconto di” Save the children” sulla condizione delle madri e dei bambini italiani.

Nulla di nuovo.

Siamo il 19° paese dove le mamme stanno meglio.
Siamo in prima posizione come paese dove i bimbi stanno meglio.

Sembrerebbe tutto a posto.

Ma ci sono una serie di ma.

Le donne italiane che usano contraccettivi sono il 39 % come il Botswana.
La partecipazione politica delle donne è del solo 17 %, come la Bolivia, il Nepal e il Gabon.

Beh, se già questi primi due dati mi suonano da paese del terzo mondo, mi viene da pensare che a queste madri costi un sacrificio sovrumano rendere felici i propri figli.

Vivere in una realtà africana eppure riuscire a far star bene i figli come se fossimo davvero un paese europeo la trovo un'azione eroica. Titanica.
Pensare che queste donne ci riescono ogni giorno.

E allora davvero buona festa della mamma in anticipo.
Ve lo siete meritato.

Ah, c’è un dato interessante rispetto alla mortalità: viviamo in media 83 anni.
Se non sbaglio qualche anno in più rispetto alla media maschile.


Beh, dai, dopo una vita passata a sopportare ogni giorno gli uomini, vuoi mettere che soddisfazione poterli seppellire?!

04/05/08

Real TV, real porno.




La nuova conduttrice di REAL TV, quella che ogni giorno tiene compagnia ai bambini dalle 20,30 alle 21,00, è Cristina Chiabotto.
Che cosa mi ha stupita tanto?... Beh," l'abbigliamento".
Mentre si dimena e sculetta in improbabili coreografie tra piscine, gazebo, yacht, possiamo ammirarla coperta solo di pois catarifrangenti.
Ora: io non sono una bigotta, sono una ferma sostenitrice dell’erotismo ed eventualmente anche del porno.
Ma giuro: questa non la capisco.
Che diavolo di senso ha mettere una gnocca con copricapezzoli e copripassera a presentare dei filmati amatoriali con catastrofi e incidenti?
E poi non dovrebbe esserci il divieto per i minori vista l’ora?
A me hanno aperto il didietro perché lo spot di Freddy Krueger che si leccava le dita era andato in onda nel pomeriggio, e questa da ormai più di una settimana ci fa vedere le chiappe, il taglio della passera e le tette rifatte in primissima serata, e nessuno dice niente?

Cristina, se prima avevo il dubbio che tu fossi appena appena scema, adesso ne ho la conferma.

Vuoi fare la Chiabotto hot? Ok.
Allora abbi almeno il buon gusto di uscire con una serie di filmati davvero hot, quelli dove non c’è niente da ridere.
Facci vedere un bel primo e secondo canale, una bella double, una dignitosa gang bang.
Oppure facendo la tua celebre plin plin addosso a qualcuno.
Allora sì, che non avrei nulla da dire.

Mi accontenterei anche di un titolo tipo “sditalando miss Italia”
Però per favore, per fare queste cazzate a metà, queste porcate (perché mettersi chiappe all’aria per Real tv è davvero una porcata) fingendo di fare un mestiere decente, quello sì che lo trovo davvero vergognoso.


Cristina, vatti a rivestire, vah!

28/04/08

A camorra song'io!




Loro sono gli A67.
Sono di Napoli.
Sono amici di Roberto Saviano. E chi è amico di Roberto, è anche amico mio.

I loro pezzi li potete ascoltare su www.myspace.com/sessantasette.
Io vi consiglio di mettere il volume a chiodo su "a camorra song'io".

Se non capite tutto subito, non importa.
Capirete.

23/04/08

Disegnacci e disegnini.




I miei primi giornaletti porno li ho sfogliati a 10 anni.
Mio padre li teneva nell’ultimo cassetto del comodino.

Io e mia sorella li avevamo scovati per caso, frugando come al solito in qualunque posto dove si potesse arrivare senza difficoltà.

Li guardavamo di nascosto, con quel senso di proibito e sbagliato.
Di illecito.
Senza capire.
Non si facevano domande. A nessuno.
Al massimo si commentava con qualche “ma che schifo!”, senza neanche aver bene in mente la reale differenza anatomica tra maschio e femmina. Almeno fino a quel momento.
Poi li rimettevamo a posto, nella stessa posizione in cui li avevamo trovati perché nessuno sapesse niente.

Io ho avuto un’adolescenza normale.
Mio padre è stato ed è un padre come tutti gli altri.
Quando uscivo la raccomandazione classica era:
“Hai l’età per fare cazzate. Ma anche per sapere cosa devi fare per evitarle.”

Questa era la massima discussione sul sesso che si potesse affrontare a casa mia.

E bon.

Io ricordo che alcuni giorni dopo aver sfogliato quei giornaletti ho fatto dei disegni su un quadernetto. Era il mio quadernetto privato, lo tenevo nel ripiano di un tavolino sotto il portico, perché abitavamo in una corte e quel tavolino era il posto dove si disegnava e si facevano i compiti all’aperto.

Un giorno il vicino di casa – un omone goffo e vecchio- ha fatto vedere il mio quadernetto a mia madre.
Non so perché gli sia venuto in mente di metterci le mani.
So solo che lei l’ha preso, me l’ha sventolato davanti e mi ha detto “queste cose non si fanno. Sono sporche”. E ha buttato via quei disegni che dichiaravano un po’ troppe cognizioni per l’età che avevo.

“Parlerò anche con tuo padre”.

Da quel giorno i giornaletti nel comodino di mio padre sono spariti.
E io e mia sorella ci siamo concentrate su altri cassetti.

E morta lì.
Poi cresci. Fai quello che devi fare. Diventi adulta facendo cose giuste e sbagliate. Come tutti.


E quando leggi sui giornali di ragazzine che hanno fatto disegni un po’ equivoci, maestre in allarme, mass media che vengono mobilitati, ti fai tornare in mente quando è successo a te.

Ancora non spiego perché quel vicino di casa si sia messo a frugare nei miei disegni.
Lui mi è sempre sembrato quello morboso.

Non i giornali che mio padre si teneva nel comodino per farsi un paio di pugnette in santa pace, come qualunque cristiano.
No.

E’ sempre stato il vicino di casa l’uomo da evitare. L’uomo con cui era meglio non trovarsi da sole. Anche a detta della mamma.

Lui che ha dato i miei disegni a mia madre più per farla vergognare, che per farla allarmare.

Quello stesso vicino di casa che invece le riviste le teneva nel pollaio e ogni tanto chiamava noi bambine con voce zuccherosa dicendo “vi faccio vedere una bella cosa”.
E noi rifiutavamo perché a pelle, quell’uomo non ci piaceva.

E’ da un bel po’ che quel vecchio goffo riposa in pace. Ma a me non è rimasto un bel ricordo.

Anch’io ho fatto disegni che in teoria non si dovevano fare.
Ma è successo per caso. Per svista. Per qualcosa di personale lasciato nel cassetto sbagliato, dove non pensi che le tue figlie andranno a frugare.


L’ho fatto anch’io. E non c’erano le veline, le tette al vento. Non c’era youtube e internet.
Ma c’era comunque un po’ di male lì attorno. E non era a casa mia. Ma proprio in quella accanto.

E come tutte le cose a lieto fine, alla fine non è successo niente.
Già.
Alla fine non è successo niente.

22/04/08

Uno che si chiama Einaudi non fa per forza l'editore.




Per far capire che è ora di cominciare, il pubblico comincia ad applaudire.


C’è la gente più strana in sala: di fronte a me due adolescenti limonano come se fossero al cinema.
Di fianco a me ho un tizio incravattato, sciarpettato, con gemelli e moglie a tono.
In pendant perfetto anche con la moquette del teatro.

Aldo alla mia destra si passa le dita sulla barba.
La porta lunga da un po’ di mesi, da quando non ci siamo più visti.

Poi le luci si abbassano.
E gli applausi si fanno più forti.
Einaudi sale sul palco.
Tutti applaudono. Anche le mie mani comincino, senza che io abbia chiesto loro di farlo.
Infine il silenzio. Che in realtà non è mai vero silenzio.
Sembra che diventi impossibile per chiunque non generare nemmeno il più impercettibile dei fruscii.
Il tossire sommesso, quasi di scusa, soffiato, fa da tappeto alla musica.
Ogni tanto c’è anche il click della macchina del fotografo di scena. E del telefonino di qualche fan.


Riesco a vederlo bene da qui: posizione poltronissima centrale. Per chi sa cosa voglia dire.
Aldo ha di fianco un tizio che non lo molla. Però ci offre le golia bianche.

Quell’uomo al piano riempie la sala.
Lo fa coi piedi e con le mai.
Con gesti minimi su fondo nero.


Sembra che qui, in tutta questa concentrazione, nello sforzo assoluto di stare a sentire, nulla riesca a tacere.
Le poltrone scricchiolano molto più che in qualsiasi altra situazione.
A metà concerto passa un’ambulanza.
Porte che sbattono sommesse, ma sbattono.
In un riverbero attutito che non riesce a sfuggirmi.
E restano lì, fanno parte anche loro del suono, siamo anche noi il concerto umano.
Credo che sia questo che lui senta dal palco: il nostro concerto umano di tentativo di silenzio.
Credo che senta le palpebre umide che sbattono.
Credo che senta i respiri.
I fruscii.
Le giacche che non sono state lasciate nei guardaroba.
Il profumo di chi si è imbellettato troppo.
I respiri di questa massa umana nel buio. Che ascolta per scoppiare nel boato quando smette di suonare, e conclude. E noi a ringraziare, prima che ci ringrazi lui.

E’ così questo concerto per piano solo.
A ogni minima pausa soffio domande all’orecchio di Aldo, che mi risponde.
Non so se gli ho chiesto cose stupide.
Ride.
Mi chiede se ho sonno.
Ovviamente mento dicendo di no.
Ma tanto se n’è accorto.

Non ci sono pause.
Einaudi non ne fa, tranne una cortissima di un paio di minuti.

Ne approfittiamo per sgranchire le schiene sulle poltrone.

Il concerto dura un paio d’ore. Giuro che pensavo fossero meno

E comunque, per tutto il tempo, non sono riuscita a sfilarmi il sorriso dalle labbra.
Mi si è stampato a caldo in faccia, senza sapere perché.
Colpa della musica.

Quando usciamo piove.
Diamo la caccia al taxi che mi riporterà a casa.
Aldo mi chiede se mi è piaciuto.
Sì. Parecchio. Davvero.

E lo so che prima o poi glielo dirò: la cosa in assoluto che mi ricorderò è la sua barba, che si accarezzava durante il concerto.
Le sue dita tra la peluria che hanno sottolineato a gesti ogni pezzo. Ogni suo pensiero di compiacimento o noia.
Io di quel concerto mi ricorderò sempre Einaudi e il fruscio della barba di Aldo. Insieme.

19/04/08

I have a dream.


A parte quello di fare la scrittrice, ho un altro grande sogno:
quello di fondare un'agenzia pubblicitaria etica.
Mi piacerebbe poter scegliere di pubblicizzare solo prodotti creati nel pieno rispetto dell'ambiente. Ecocompatibili. Riciclabili. Utili.
Mi piacerebbe anche poter constatare di persona come e dove vengono prodotti.
Vorrei poter verificare anche che in quell'azienda, oltre ai prodotti, anche le persone vengono trattate bene.
Vorrei poter verificare che anche chi ne fa parte ad alto livello non abbia pendenze con la legge.
Voglio onestà sotto tutti i punti di vista.

Voglio poter garantire che abbia una finanza chiara e pulita.
Voglio che sia affidabile non solo il prodotto ma anche l'azienda sotto ogni punto di vista.

La mia pubblicità avrebbe così un doppio valore: per ciò che vende, e per ciò che in seconda battuta garantisce moralmente ed eticamente anche a sfondo sociale.

Vedere il marchio della mia agenzia su una pubblicità vorrebbe già dire assoluta lealtà.

Questo vorrei.

Ma so già che resterei subito senza clienti.

15/04/08

Week end? We can!



In totale questa settimana (compresi anche sabato e domenica) ho lavorato 86 ore.
Mi è stato detto “complimenti per l’ottimo lavoro e grazie per la disponibilità”.
Ho risposto prego, ci mancherebbe, ma devo dire che se i ringraziamenti fossero sottolineati dal suono del frusciare di un paio di 50 euro, probabilmente suonerebbero meglio.

Mi è stato risposto che sono venale.

Devo ricordarmi di rispondere così al mio dentista la prossima volta che mi presenta il conto.
Già.

Chiedere di essere pagata per le ore di straordinario è un mio diritto.

Pagarmi per il lavoro che faccio dovrebbe essere un dovere.

Ecchecccazzo!

12/04/08

Basta una croce.


Domani non andrò a votare. E neanche lunedì.
Non voglio scegliere il meno peggio.
Non voglio sentirmi dire "ma se non voti andrà a finire che qualcun altro sceglierà per te".
Lo stanno già facendo.

Io non voto.

Sputo sul parlamento e sul senato italiano.

Sono d'accordo con Dario Villa: arrendiamoci alla Svizzera.
Voglio essere invasa dai tedeschi e dal loro ordine.
Voglio che gli Svedesi e i Finlandesi passino le Alpi ed espugnino l'Italia.
Voglio il rigore e la serietà nordica.


Voglio un po' di civiltà.
Questo paese non mi rappresenta più.

E appena mi capiterà di uscire a pranzo con lo zio Egidio (quello qui sopra), mi sa che avrà un po' di risposte da darmi.

09/04/08

Tanta cacca.

Se uno mi chiede come sto in questo momento, mi viene da dire che sono sommersa dallo tzunami di mmmerda.
E' un vero casino: 3 progetti in contemporanea, tutti molto complicati. Tutti urgenti.
Io sabato e domenica sono qui- non pagata- a lavorare.
Farò notte.
E non mi fa piacere.

Ma ho un mutuo da pagare.


Io quelli che entrano in ufficio e fanno fuoco con un fucile a pompa li capisco.
Quelli che ordinano pistole su internet e poi fanno saltare i cervelli ai colleghi, li capisco.
Quei due minuti di assoluta soddisfazione incorniciati dal "non ce la faccio più", li capisco.
E hanno tutti ragione.

Sono tutte persone normali. Nessuno ha mai dato segno di cedimento.
Niente che potesse far pensare una cosa così.

In questi giorni sento che potrei arrivare a rasentare la follia.
Finché la coscienza tiene, finché la psiche non traballa, va tutto bene.
Va tutto assolutamente bene.

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