08/03/14

Kinder Maxi: così facile essere stupidi?



Da femminista stronza quale sono, appena ho visto lo spot del Kinder Maxi mi sono messa a ridere. Poi mi sono domandata chi si sarebbe riconosciuto in quella descrizione. A chi stanno vendendo i Kinder? Alle donne che prendono in giro i mariti e i compagni perché li vedono così? O agli uomini, perché si riconoscono nell'incapacità? Ho fatto il cosiddetto “corridor test”, ovvero, acchiappa in casa il primo che trovi in corridoio e chiediglielo. E mi è capitato lui: la mia dolce metà.
Mio marito non stira neanche morto, non lava, e ha un rapporto tutto suo con la figura del genitore. Questo spot lo lascia indifferente. Anzi, quasi infastidito. Strano perché è perfettamente in target. In due anni e mezzo avrà cambiato Emma si e no due volte, e il piccolo di due mesi circa una manciata di volte; quindi dove sta l'arcano? 
Conoscendo gli uomini mi sono convinta di una cosa: non sono incapaci di fare le cose, semplicemente non ne hanno voglia. La maggior parte di loro preferisce giustificate con un “non sono capace” la più nuda verità che è "non ho voglia di farlo e non me ne frega nulla". Diciamolo: stirare è una palla mondiale. A qualcuno di voi piace farlo? Meglio non avvicinarsi mai al ferro da stiro. Vogliamo parlare del cambio patelli? Quei simpatici sacchetti colmi di cacca che ti tocca cambiare anche in piena notte nel bel mezzo del sonno? Tra il dormire tranquilli e alzarsi a cambiare il pupo puzzolente, voi  casa votate? Non è più facile fare quelli che delegano per volontà di madre natura, che ammettere lo schifo? Meglio il "non sono capace", meglio arrendersi e mollare tutto sulle spalle dell'altra persona in casa. Perché si basa tutto su una semplice alchimia: l'uomo nella sua arrendevole astuzia dice "non sono capace" mentre la donna, sbuffando, nella sua visione pratica e pragmatica della vita dice "lasciamo perdere, faccio io". Loro l'hanno capito come si fa. Sono i supremi signori dell'ozio. Sanno che se non lo fanno loro lo faremo noi. Lo facciamo sempre noi. Fateci caso quando pronunciano il mitico "non sono capace": di solito sono sdraiati sul divano, col telefonino in mano  e sgranano gli occhioni come dei cerbiatti impauriti. ci vogliono anni e anni di pratica paracula per imparare a mentire così. Compreranno mai i Kinder Maxi? Forse si, bisogna vedere se sono capaci di fare la spesa. Ci si riconoscono in questo spot? Non penso, perché odiano sentirsi dare degli idioti. Del resto ci hanno messo secoli ad affinare la tecnica dell'incapacità comoda. Provate voi a dire "non sono capace". Vi scricchiola subito l'orgoglio. E delegare il lavoro a qualcuno che si è dichiarato incapace prima di voi non è facile. A questo punto mi aspetto la verità dagli uomini (con buona pace della Kinder): quando dite “non sono capace”, è la verità?

06/03/14

Donna moderna: il mio articolo sull’epidurale in Italia.



Eccolo qui, sul numero 11 a pagina 44.
Ora sono doverosi un po’ di grazie:
grazie a Paola Banovaz per le risposte, il sostegno, l’aiuto, il tifo e per lo straordinario lavoro che in questi anni ha svolto attorno al tema dell’epidurale attraverso il suo blog. Ora è impegnata in una nuova durissima battaglia contro l’autismo e la mancanza di supporto da parte delle strutture sanitarie. A lei va tutto il mio appoggio.
Grazie allo staff Siaarti che è stato cortesissimo a rispondere.
Grazie al Professor Giorgio Capogna che pazientemente risposto alle mie domande e mi ha mandato un video, questo,  che mi ha fatto invidiare le donne che possono partorire nella sua struttura.
Grazie al mitico Gianca Gallotti della Absolute Insurance Broker di Milano che si è sorbito due mie telefonate: racconta così tante vicende particolari che potrebbe scriverci un libro.
Grazie ad Andrea Trombin Valente dell’Ospedale Regionale di Locarno “La Carità”: mi ha dato un sacco di informazioni sull’epidurale da loro, ma alla fine sono riuscita a dire poco. Lo spazio giornalistico della pagina è tiranno.
Grazie a Giusy e Liliana di Donna Moderna che mi hanno pazientemente assistita nella stesura e nella rifinitura del testo.
Grazie anche a chi ha risposto alle mie domande e poi ci ha ripensato per  timore di avere problemi.
Grazie anche a chi non ha proprio risposto: per qualcuno raccontare come stanno le cose può essere scomodo.
Poi ci sono delle persone delle quali non parlo mai perché tutti mi chiedono sempre del parto e mai del dopo: un grazie va anche alle infermiere e al resto del personale che invece ha lavorato bene.
Grazie all’infermiera che mi ha chiamata per nome mentre mi svegliavo dall’anestesia e mi ha subito sorriso. Grazie a quella che mi ha tolto il catetere dalla mano senza farmi male e che ha riso divertita quando ha visto che neanche mi ero accorta che l’aveva già sfilato. Grazie alle due infermiere del turno di notte che hanno cambiato Giovanni per non disturbare giù al nido. E stato buffo vedere che anche loro erano impreparate al suo “zampillo traditore”.
Grazie all’infermiera musulmana bellissima, che continuava a parlare a Giovanni al femminile perché lei a casa aveva una figlia ed era abituata a parlare così.
Grazie a quella che è scesa al nido ed ha insistito perché lui avesse l'aggiunta di latte a richiesta visto che era grosso.
Grazie all’infermiera col torcicollo, che è stata gentile lo stesso, nonostante non stesse bene.
Grazie alla neonatologa che ha voluto ascoltare la storia di quello che è successo.

Ecco. Spero di non aver dimenticato nessuno. Ma tanto male che vada riedito il pezzo e lo aggiungo! J

04/03/14

Mail sospesa per un po'


Causa lavori in corso sul sito, la mail sarà sospesa per un po'. Se dovete comunicare con me cercatemi su Facebook. Sono quella con la pin up in copertina. Oppure se avete la mia mail di gmail usate quella. Oppure chiamatemi se avete il mio numero. Oppure scrivete qui sotto. Insomma: fate quello che volete, ma non scrivete lì: le mail finiranno nell'immenso nulla.

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